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XII Land Art al Furlo

Per mille motivi abbiamo ripreso a camminare. Avete notato? Si è globalizzato
anche il Cammino, anzi, i Cammini. Ce ne sono per tutti i gusti: laici, religiosi, selvaggi, si va nella giungla, nei deserti, sulle montagne, sono tratturi preistorici, o da trincea, strade del sale, dei limoni, per briganti e butteri, e percorsi Inca, giù nei canyon o si
toccano i due mari… […]

Dall’introduzione di Andreina De Tomassi

, 978-88-946709-6-7 , ,

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Per mille motivi abbiamo ripreso a camminare. Avete notato? Si è globalizzato
anche il Cammino, anzi, i Cammini. Ce ne sono per tutti i gusti: laici, religiosi, selvaggi, si va nella giungla, nei deserti, sulle montagne, sono tratturi preistorici, o da trincea, strade del sale, dei limoni, per briganti e butteri, e percorsi Inca, giù nei canyon o si toccano i due mari… Anche il minuscolo borgo di Sant’Anna, (Marche), all’interno del Parco della Land Art, inserito nella vasta Riserva Gola del Furlo, nel 2020, si è dotato di un Cammino. L’idea è venuta al presidente della Casa degli Artisti, Antonio Sorace, che dopo la prova collettiva dei 16 artisti che hanno creato una collettiva orizzontale dipingendo la “Tavola dell’Accoglienza”, ha voluto sfidare ancora la materia: dallo zinco al cemento. È il più piccolo del mondo: 200 metri. “Il Cammino di Sant’Anna”. Formato da piani in cemento leggero, poggiati su un precedente tratturo, larghi 1 metro e lunghi due metri, ognuno lavorato, dipinto, istoriato, mosaicato da un artista diverso, una vera e propria “street art” che andrà a formare un anello nel bosco piccolo. È un’esperienza tattile, si cammina a piedi scalzi, si sentono i profumi del bosco, gli uccelli, si sta in silenzio camminando da una pedana all’altra osservando le opere e i propri passi. Si saltella da un’illustrazione all’altra come su un libro d’avventure, ogni piccolo marcia-piede ha una tecnica diversa, un autore, che seppure calpestato vuole comunicare un segno, un sogno, in un dialogo muto con l’osservatore
ma evocativo e stimolante. Tutt’intorno, una gloriosa biodiversità: siamo ai piedi del Monte Paganuccio, tra ginestre, aceri, querce secolari e appena nate, biancospini, tassi, robinie, rose canine, ellebori, muschi, funghi e sicuramente tartufi… in un connubio Arte e Natura che accarezza le tempie.

Dall’introduzione di Andreina De Tomassi

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